Eros ( Amore ), fluttua in un ambiente ostile, buio, nero. È la difficoltà nella quale la specie umana viene a trovarsi in un mondo che gli risulta ostile. È la donna, soprattutto, come nell’intera serie di 6 opere, a subire per la ormai cronica discriminazione di genere. Una sola speranza. È data dal cordone ombelicale che lega “Eros” a un mondo immaginario. Al contrario della vita reale, dove la connessione unisce il feto ad una fonte di vita certa ( l’apparato placentare, protetto nel grembo materno ), nell’immagine qui riprodotta la donna, figura simbolica in rappresentanza dell’intera umanità, è in diretto contatto con un mondo infinito, che si perde al di fuori del quadro, senza limite. Dunque la “Libertà “, rappresentata dal rosso, colore della passione ma anche del pericolo, è a portata di tutti, ma non da tutti raggiungibile. Quello che l’Umanita’ sta vivendo, in questo disgraziato inizio di millennio, ce lo dimostra in tutta la sua drammatica evidenza.
Ci sarebbe bisogno di uno sforzo comune. Comune a tutti. Ma soprattutto da parte di coloro che, come sempre, concentrano nelle loro mani, il “privilegio” di poter decidere per ognuno di noi.
Titolo: Il Rifiuto
Cm. 70×100
Olio e pastello su tavola.
Opera 5 di 6.